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Raffaello alla Galleria Palatina di Firenze

Madonna della Seggiola Il dipinto della Madonna della Seggiola e San Giovanni bambino fu realizzato da Raffaello nel 1512.
Questo dipinto, chiamato anche «Madonna della Seggiola», sarebbe stato realizzato per un committente romano, che si ritiene fosse lo stesso papa.
Gli esperti ritengono che Raffaello abbia raggiunto con questo dipinto il culmine della sua tecnica nella realizzazione di opere di formato circolare.
La sedia su cui è seduta la Vergine corrisponde a quelle della sala di ricevimento di Papa Giulio II, riservate ai dignitari più importanti.
Raffaello è riuscito qui a umanizzare la Vergine conservandone la dignità.

Madonna del Baldacchino «La Madonna del Baldacchino», una Madonna in trono circondata da San Pietro e San Bernardo, fu dipinta per l'altare della cappella della famiglia Dei nella chiesa di Santo Spirito a Firenze, dedicata a San Bernardo.
Quest'opera è l'unico retablo che Raffaello abbia mai realizzato a Firenze.
Uno degli aspetti interessanti è il modo in cui i personaggi interagiscono tra loro e con lo spettatore in una grandezza inedita venata di disinvoltura, come ad esempio il libro di San Bernardo, appoggiato familiarmente sul gradino del trono della Vergine.

Madonna Gesù Bambino «La Vergine del Granduca», un'altra Madonna della Seggiola di Raffaello esposta nella Galleria Palatina, deve semplicemente il suo nome al fatto che faceva parte della collezione privata del Granduca Ferdinando III de' Medici.
Un'opera particolarmente amata dalla famiglia Medici, che la conservò privatamente fino al 30 gennaio 1800.
Successivamente entrò a far parte delle collezioni di Palazzo Pitti.
Da questa Madonna traspare una maestà astratta, solenne, ma allo stesso tempo tenera e comunicativa, fino al modo in cui tiene Gesù tra le braccia.

Raffaelo, La Gravida «Il ritratto della donna incinta», realizzato da Raffaello nel 1508, rimane un mistero per quanto riguarda l'identità della donna.
Sono state avanzate tutte le ipotesi possibili, ma senza successo.
È certamente, dai suoi abiti, una donna appartenente all'alta borghesia fiorentina, vestita secondo la moda fiorentina della prima metà del XVI secolo.
La sua espressione di una monumentalità astratta inedita prima di allora in Raffaello è ulteriormente accentuata dalla presentazione di tre quarti.
La mano sul ventre aggiunge ulteriore dolcezza generale al quadro.

La donna con il velo «La donna con il velo», dipinto da Raffaello nel 1518, è citato da Giorgio Vasari come presente nella casa di Matteo Botti a Firenze.
Vasari aggiunge che si tratta di:
«una donna che Raffaello amò fino alla morte e di cui qui ha realizzato un magnifico ritratto in cui sembra viva.»
Vasari ne farà inoltre una copia nella casa di Botti.
Sono state avanzate tutte le ipotesi possibili riguardo all'identità di questa giovane donna ritratta da Raffaello, senza riuscire a stabilire se si trattasse di una donna che Raffaello aveva conosciuto prima della Fornarina o se fosse proprio lei, ma idealizzata.
Resta il fatto che da questa giovane donna traspare un'intensità spirituale che, oltre alla sua bellezza e a quella dell'opera, la rende un magnifico dipinto da ammirare nella Galleria Palatina.

Tommaso Inghirami Il «Ritratto di Tommaso Inghirami», detto “Fedra”, dipinto nel 1510 da Raffaello, faceva parte della collezione di Papa Leone X.
Tommaso Inghirami nacque nel 1470 a Volterra. A seguito di disordini, suo padre morì quando lui aveva due anni e suo zio lo portò a Firenze sotto la protezione di Lorenzo il Magnifico.
Nel 1483 si trasferì a Roma, dove divenne famoso come poeta, ma anche e soprattutto come oratore.
Era così famoso in questo campo che Erasmo da Rotterdam lo definì il Cicerone del suo secolo.
Il suo soprannome “Fedra” è dovuto alla brillante interpretazione che fece del ruolo di Fedra nell'Ippolito di Seneca.
Non entrò mai in convento, ma beneficiò di numerosi titoli e incarichi da parte dei papi Alessandro VI e Giulio II.
Fu così nominato prefetto della biblioteca vaticana e persino segretario del conclave al termine del quale fu eletto papa Leone X.
Raffaello «Ritratto di giovane con mela»
Pittura - Olio su tavola (47,4 x 35,3 cm) 1504-1505
Raffaello, Giovane uomo Secondo alcuni, si tratterebbe di un ritratto di Francesco Maria della Rovere all'età di 14 anni, erede del ducato di Urbino, di proprietà di suo zio Guidubaldo da Montefeltro.
Francesco Maria della Rovere, nato nel 1490, era il figlio di Giovanni della Rovere, allora fratello del futuro papa Giulio II.
La mela che il giovane tiene nella mano destra e che qui è raffigurata da Raffaello sarebbe un riferimento al globo dorato del potere che spetterà a Francesco Maria della Rovere quando diventerà duca di Urbino.
Questo ritratto di un giovane uomo, realizzato da Raffaello, denota tuttavia una forza di carattere visibile nello sguardo e nelle pieghe della bocca di questo giovane.
Il modo in cui tiene la mela è un gesto di possesso e non quello di una mano semplicemente appoggiata su di essa.
Infine, la ricchezza dei suoi abiti denota la sua appartenenza alla classe sociale più elevata.
Tutti questi elementi avvalorano l'ipotesi che non si tratti del ritratto di un semplice giovane, ma del futuro erede del ducato di Urbino.
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