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Il David di Michelangelo all'Accademia di Firenze: un simbolo fiorentino

Michelangelo David Il governo fiorentino voleva ricreare l'unità dei cittadini commissionando opere pubbliche in grado di restituire loro la fiducia nell'appartenenza alla comunità.
Un gigantesco David che simboleggia il popolo fiorentino.
Nel 1501, il Gonfaloniere (capo del governo) Pier Soderini e l'Opera del Duomo (la ricca e potente corporazione della lana responsabile di Santa Maria del Fiore) rilanciarono l'antico progetto di installare una statua monumentale di David su uno dei contrafforti della chiesa.
Un progetto ambizioso, abbandonato due volte
Questo ambizioso progetto era stato abbandonato due volte, a causa della scarsa padronanza dell'argomento da parte degli artisti.
Michelangelo David Nel 1464, lo scultore Agostino Duccio si recò a Carrara per scegliere un grosso blocco di marmo lungo più di 5 metri, che fece sgrossare sul posto per facilitarne il trasporto.
Giunto a Firenze, abbandonò il lavoro nel 1466 dopo aver abbozzato un nodo di vestito all'altezza del petto del soggetto.
Una decina d'anni dopo, un altro scultore, Antonio Rossellino, rinunciò a sua volta, dichiarando che per realizzare un'opera così monumentale era necessario utilizzare una tecnica particolare.

Michelangelo David Una tecnica caduta nell'oblio, dato che dall'epoca romana non venivano più scolpite statue monumentali.
A complicare le cose, il blocco di marmo era stato troppo assottigliato in alcuni punti da Duccio.
Il marmo del futuro David rimase quindi abbandonato nella loggia del Duomo, fino a quando Pier Soderini lo riportò alla luce nel 1501.
Un progetto rischioso
Pochi artisti osarono cimentarsi nell'impresa, a parte Andrea Sansovino che pensava di poter realizzare una bella opera aggiungendo un po' di materiale nei punti troppo intaccati.Tuttavia, si volle prima conoscere il parere di Michelangelo, appena tornato da Roma, dove aveva già dato prova del suo immenso talento scolpendo il suo Bacco (Bargello) e la sua Pietà (Basilica di San Pietro a Roma).

Michelangelo David Molto lusingato dalla fiducia che i suoi concittadini riponevano in lui, il giovane artista li rassicurò precisando che avrebbe potuto sfruttare il pezzo di marmo senza bisogno di aggiungere nulla.
A venticinque anni era pronto a superare tutte le difficoltà per creare nuove opere la cui bellezza avrebbe superato ogni sogno dei loro committenti.
Aveva visto le statue monumentali dei Dioscuri sulle colline del Quirinale a Roma e pensava che la rinuncia degli altri scultori fosse dovuta più alla mancanza di coraggio che all'oblio della tecnica necessaria per realizzare queste opere gigantesche.
Michelangelo di fronte alla sfida: Davide contro Golia

Michelangelo David Ci voleva davvero molto coraggio per osare affrontare un blocco di marmo alto più di cinque metri con i mezzi dell'epoca.
Ma occorreva anche e soprattutto dare prova di ingegnosità per ricavarne un capolavoro, sapendo che era già stato iniziato!
Michelangelo, il giovane scultore che osò raccogliere una simile sfida, era come Davide contro Golia.
Nel settembre 1501, Michelangelo iniziò un duro lavoro che sarebbe durato mesi senza la minima interruzione o distrazione.
Un corpo a corpo, da solo con quell'enorme blocco di marmo da cui avrebbe fatto emergere la bellezza.
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