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La maschera funeraria di Dante Alighieri a Palazzo Vecchio a Firenze

Maschera Dante Alighieri Per molto tempo si è pensato che fosse la maschera funeraria di Dante, applicata direttamente sul suo volto dopo la sua morte, avvenuta nel 1321. In realtà, si tratta solo di una copia in gesso, mentre l'originale doveva probabilmente essere in cera.
D'altra parte, rappresenta bene il volto di Dante, ripreso dalla maschera mortuaria originale oggi scomparsa.
La notorietà di Dante avendo assunto una tale importanza nel corso dei secoli, si sarebbe quindi deciso di riprodurre la suddetta maschera originale prendendone l'impronta, ma questa volta in gesso.
L'arte delle maschere funerarie a Firenze e la maschera funeraria di Dante.

Maschera Dante Alighieri Ma se crediamo al pittore, scrittore e architetto Giorgio Vasari, a Firenze si sarebbe iniziato a realizzare maschere funerarie solo a partire dalla metà del XV secolo.
Ma Vasari non sarebbe alla sua prima svista storica, come ci ha dimostrato in molti aspetti nella sua «Vita degli artisti».
Esiste una prova di questa pratica artistica funeraria in quel periodo: la maschera mortuaria dell'architetto Brunelleschi, realizzata nel 1445, che oggi si trova nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze.

Maschera Dante Alighieri La maschera funeraria di Dante sarebbe stata quindi realizzata più di un secolo prima di quella di Brunelleschi, in un'epoca in cui, secondo Vasari, ciò non era ancora consuetudine, almeno a Firenze.
Si possono sollevare due obiezioni a questa presunta impossibilità.
La prima è che Dante non morì a Firenze, ma a Ravenna, una città a est di Bologna, equidistante tra Firenze e Venezia.
È quindi possibile che in questa regione quest'arte funeraria possa aver preceduto la sua comparsa a Firenze, tanto più che non è molto difficile realizzare una maschera di cera.

Maschera Dante Alighieri Infine, e soprattutto, la fama del poeta era tale che si può facilmente comprendere come Guido Novello, amico e protettore di Dante a Ravenna, abbia voluto conservare i tratti e la memoria del genio dopo la sua morte.
Questa maschera mortuaria sarebbe stata quindi realizzata per servire da modello per la testa della statua che voleva far realizzare in onore del suo amico.
La maschera funeraria originale di Dante
È stato ritrovato un manoscritto redatto da un antiquario fiorentino, Giovanni Cinelli, morto nel 1706, in cui indica che l'arcivescovo di Ravenna avrebbe fatto rimuovere gli ornamenti dalla tomba di Dante, la testa del poeta, e che questa sarebbe stata poi offerta allo scultore Giambologna.
Maschera Dante Alighieri Lo stesso Giambologna la lasciò in eredità al suo allievo Pietro Tacca. Sempre secondo Giovanni Cinelli, Pietro Tacca avrebbe mostrato questa testa alla duchessa Sforza, che l'avrebbe portata con sé.
Si ritiene che questa “testa” di cui parla Cinelli fosse la maschera funeraria originale di Dante.
Seymour Kirkup, Giotto e il ritratto di Dante
Seymour Kirkup (1788–1880), pittore e antiquario, fu il primo a scoprire il ritratto di Dante in un affresco realizzato da Giotto, situato nella cappella del Palazzo Museo del Bargello.
Maschera Dante Alighieri Fu anche uno dei proprietari di questa maschera di Dante.
Secondo Kirkup, tre maschere di Dante furono realizzate sulla base della maschera funeraria originale.
Le differenze esistenti tra queste tre maschere erano secondo lui così minime da essere dovute solo a lievi variazioni direttamente legate al processo di presa delle impronte sulla maschera originale.

Maschera Dante Alighieri Una di queste maschere fu donata da Kirkup allo scultore Bartolini, un'altra apparteneva al professore Ricci e la terza al marchese Torrigiani.
La maschera che apparteneva a Ricci sarebbe stata poi acquistata da Kirkup.
È proprio sulla base di questa maschera che sarebbe stata realizzata la statua di Dante che si trova davanti alla chiesa di Santa Croce a Firenze.

Maschera Dante Alighieri Per quanto riguarda la maschera in gesso del marchese Torrigiani, si tratterebbe di quella che oggi è possibile ammirare a Palazzo Vecchio a Firenze, anche se altri esperti propendono per la maschera di Bartolini.
Le prove della veridicità della maschera mortuaria di Dante
Sebbene non vi siano prove formali che questa impronta di maschera funeraria sia effettivamente quella del volto di Dante, la sua autenticità è confermata dal fatto che il suo volto è perfettamente conforme a tutti i ritratti conosciuti del poeta, tra cui quello di Giotto, che si può ammirare nella cappella del Museo del Bargello a Firenze.Un ritratto del poeta realizzato trent'anni prima della sua morte, ma i cui tratti sono identici.

Maschera Dante Alighieri La maschera stessa e i suoi lievi difetti confermano inoltre che non si tratta di una maschera creata ex novo, ad esempio sulla base di ritratti noti, ma piuttosto dell'impronta di una maschera mortuaria realizzata direttamente sul volto di un defunto.
Ciò è implicitamente confermato dalla differenza tra i due lati del viso, dalla leggera deviazione della linea del naso e dalle pieghe agli angoli della bocca.
Si noti anche che gli occhi sono socchiusi e che uno è leggermente più chiuso dell'altro, un elemento conforme alla presa di un'impronta sul volto di un defunto.

Maschera Dante Alighieri Tutti questi indizi portano a credere che si tratti effettivamente della maschera funeraria realizzata sul volto di Dante Alighieri.
Infine, sono stati effettuati confronti di dimensioni, proporzioni e corrispondenze tra il ritratto di Giotto, la maschera funeraria e il presunto cranio di Dante.
Ora, tutto concorda per dimostrare che si tratta effettivamente della stessa persona e quindi che questa maschera funeraria è proprio quella di Dante.
Un volto così presente che si potrebbe quasi sentire il respiro del grande poeta quando ci si trova di fronte a lui!
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