La nascita di Venere di Botticelli alla Galleria degli Uffizi di Firenze

La nascita di Venere

Sandro Botticelli (1445-1510) «La Nascita di Venere»

Pittura - Tempera su Tela (172,5 x 278,5 cm) 1484

In un paesaggio marino, Venere, nuda e in piedi su una grande conchiglia di San Giacomo, viene spinta verso la riva dai venti Zefiro e Aura (personificazione della brezza), dolcemente intrecciati sotto un cielo da cui piovono rose.

Una ragazza, una delle Ore (figlie di Zeus e Themis), vestita con un abito a fiori con una cintura di rose, le porge un mantello di seta decorato con margherite e altri fiori.

Il vero tema del dipinto di Botticelli è la nascita “dell'Humanitas”, l'essenza dell'uomo, la natura umana, generata dai suoi quattro elementi e dall'unione dello spirito con la materia.

La nascita di Venere La nudità di Venere non ha quindi nulla a che vedere con una visione pagana della bellezza femminile.

La sua nudità significa purezza, semplicità, bellezza nuda dell'anima.

Gli amanti abbracciati, Zefiro e Aura, rappresentano il soffio della passione che spinge e ispira la dea Venere, appena nata.

Eros interpretato come principio attivo dell'amore.

Le rose che cadono dal cielo grazie al soffio fecondante dei venti amorosi trovano il loro complemento nel mantello fiorito teso dalla giovane Ora a Venere per proteggere la sua nudità.

Una nudità che vuole essere allo stesso tempo sensuale e casta, la doppia natura dell'amore.

Il messaggio di Botticelli diventa allora chiaro: mostrare la convergenza e la presenza concomitante degli opposti della natura transitoria della persona umana, il corpo e l'anima.

La nascita di Venere