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«L'Adorazione dei Magi» (1475-1477) di Botticelli a Firenze

Tempera su tavola (1m34 x 1m11) Inventario Uffizi 1890 n°882

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Adorazione dei Magi 1475
L'Adorazione dei Magi di Botticelli, conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze, fu realizzata su richiesta di Lorenzo il Magnifico, secondo alcuni, o di un ricco mercante fiorentino, Gaspard di Zanobi del Lama.

Il suo scopo era quello di decorare l'altare della cappella della famiglia Lama nella chiesa di Santa Maria Novella.

La presenza preminente dei Medici nel dipinto di Botticelli corrisponde a un omaggio alla famiglia regnante a Firenze.

Questo dipinto, esposto nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, poteva così essere ammirato da molti fiorentini, ma anche dallo stesso Lorenzo de' Medici.

Fu proprio grazie a quest'opera, in cui Botticelli aveva riversato tutto il suo talento e glorificato così bene la dinastia dei Medici, che Lorenzo il Magnifico e la sua famiglia gli affidarono numerose commissioni.

Firenze e le "Adorazioni dei Magi"

lAdorazione dei Magi di Botticelli, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
Per comprendere appieno l'importanza dei dipinti relativi al tema dell'adorazione dei Magi a Firenze e la presenza in questi dipinti di ritratti di contemporanei, è necessario sapere che le adorazioni dei Magi erano tra i soggetti più popolari nelle processioni religiose del XV secolo.

Queste scene venivano quindi "recitate" in pubblico, in pompa magna, spesso con la partecipazione dei leader o delle persone più influenti della parrocchia o della città.

Il 6 Gennaio di ogni anno, giorno dell'Epifania, i Medici partecipavano effettivamente alla processione dei Re Magi.

Un pittore poteva quindi permettersi di sostituire i "Re Magi" con i membri della famiglia Medici.

Adorazione dei Magi di Botticelli, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
Fu il caso di Benozzo Gozzoli, i cui affreschi della Cappella dei Magi nel Palazzo Medici-Riccardi a Firenze (1459-1461) raffiguravano già personaggi contemporanei nel corteo della sua Adorazione: Lorenzo de' Medici, suo padre Pietro il Gutturdo, Giovanni VIII Paleologo e Giuseppe, Patriarca di Costantinopoli.

Ma Botticelli fu il primo ad arrivare così lontano nella sostituzione dei volti dei Re Magi e della folla di ammiratori: in questo dipinto si contano infatti 29 diversi ritratti di contemporanei, compresi i Re Magi.

Il lato un po' teatrale nella disposizione dei personaggi che si può osservare in questo dipinto di Botticelli, ma anche in quelli realizzati da altri pittori dello stesso periodo, come Filippo Lippi o Domenico Ghirlandaio, non faceva altro che riflettere la realtà di queste processioni.

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
A questo proposito è interessante notare che «L'Adorazione dei Magi» di Botticelli, che si trova a Londra, è stata a lungo attribuita non a lui, ma a Filippino Lippi, mentre quest'ultima era attribuita a Domenico Ghirlandaio prima di essere identificata definitivamente come opera dello stesso Botticelli.

Rottura simbolica nella composizione

In tutte le “Adorazioni dei Magi» realizzate fino ad allora, la Vergine è collocata in un angolo del quadro, mentre tutto il resto dello spazio è dedicato all'arrivo di una folla di ammiratori che si perde in lontananza.

Leonardo da Vinci, nella sua Adorazione dei Magi, anch'essa esposta agli Uffizi, colloca la Vergine al centro del quadro, conferendole così un ruolo preminente rispetto a tutti gli altri personaggi rappresentati.

Sebbene sembri che il dipinto di Botticelli sia antecedente a quello di Vinci, l'incertezza sulle date precise di realizzazione di queste due Adorazioni non permette tuttavia di sapere quale dei due abbia influenzato l'altro.

Botticelli, il suo autoritratto nell'Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Autoritratto
Ma la scelta di Botticelli è comunque più audace di quella di Leonardo da Vinci.

Non solo la Vergine, il Bambino Gesù e Giuseppe sono al centro della scena, ma sono anche in una posizione rialzata rispetto agli ammiratori.

Il tutto in una costruzione piramidale in cui non solo sono centrali, ma anche posizionati nella punta di un triangolo che racchiude tutti i personaggi che si trovano ai loro piedi.

Il ricentramento della Vergine e di Gesù è un elemento che si ritrova nelle icone della Natività nell'arte bizantina, dove la stella trinitaria ortodossa occupa il centro della scena. Botticelli è il primo a reintrodurre questo elemento a Firenze.

Si potrebbe quindi pensare che in questo modo la preminenza del Celeste sia ancora più affermata, eppure non è così semplice, come vedrete di seguito.

Le Mani della Vergine e la Statura di Cristo

Alcuni hanno voluto vedere nelle mani sproporzionate della Vergine un errore di gioventù di Botticelli, così come nella statura di Gesù, anormalmente piccolo tra le mani di sua madre.

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
Come immaginare che Botticelli, la cui maestria è totale in tutto il resto del dipinto, non sapesse rispettare né le proporzioni delle mani della Vergine né la statura "corretta" del Bambino Gesù.

Botticelli ha invece reso queste mani più grandi del naturale per sottolinearne il ruolo protettivo e di appartenenza, mani che trasmettono anche l'amore materno.

Mani capaci di trasmettere la conoscenza, quella di Dio, Dio che è l'Inconoscibile e non può essere rappresentato, ma che qui lo è attraverso la presenza di queste grandi mani.

Ricordiamo che in ebraico la mano, “Yad”, è legata alla conoscenza, ma in questo contesto “conoscere” significa anche “amare”: sono le mani della donna, quelle della creazione.

Anche Michelangelo, nella sua scultura della Madonna della Scala (Casa Buonarroti a Firenze), raffigura la Vergine con mani sproporzionate rispetto al corpo.

Le mani sproporzionate non sono una rarità nell'iconologia cristiana, al contrario, a volte sono più grandi degli arti stessi.

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Adorazione dei Magi 1475
Per quanto riguarda la statura di Cristo, non è nemmeno scioccante, non è un bambino che viene mostrato, qui Cristo è un simbolo, “è”.

Nella sua scultura della Pietà che si trova nella Basilica di San Pietro a Roma, Michelangelo ha rappresentato Cristo, sebbene adulto, nettamente più piccolo di Maria che lo tiene tra le braccia.

Non c'è quindi nulla di gratuito né nulla che possa essere attribuito a una mancanza di esperienza degli artisti nel non rispettare alcune proporzioni in questo dipinto, come in molte altre opere dell'epoca, ma anche precedenti.

Botticelli ha rispettato e integrato perfettamente questo simbolismo e lo ha valorizzato particolarmente bene.

Da notare anche la presenza di un pavone sulla parete destra.

Il pavone non è solo simbolo dell'onniscienza di Dio, ma anche della rinascita spirituale e quindi della resurrezione, della vita eterna: bellezza e gloria dell'immortalità.

Il mondo celeste e quello reale, uniti e distinti

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Adorazione dei Magi 1475
L'originalità di questa «Adorazione dei Magi» non si ferma qui.

Botticelli ha infatti scelto di dare priorità visiva non alla Vergine e a Cristo, ma a coloro che sono venuti a prostrarsi davanti a lui.

Questa audace preminenza è realizzata in gran parte nella resa, nello stile pittorico dei personaggi.

I Medici e i fiorentini che li accompagnano sono infatti dipinti in modo particolarmente realistico e accurato e i loro sguardi li rendono anche molto presenti allo spettatore.

La stessa tecnica è utilizzata per i loro abiti: broccati, ori e copricapi sono chiaramente valorizzati e trasformano questo primo piano nell'elemento essenziale del quadro.

La Vergine e Giuseppe sono vestiti in modo semplice, dipinti in modo molto diverso, come se non fossero “finiti”, come se facessero parte di un altro quadro.

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Cosimo il Vecchio e Gesù, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Cosimo Vecchio e Gesù
Allo stesso modo, le loro espressioni sono l'opposto di quelle degli altri personaggi: i loro occhi bassi, le loro mani tranquille, “ferme”, contrastano con le mani degli ammiratori, attive, espressive, che portano, mostrano e stringono.

L'unico sguardo nel triangolo celeste è quello di Gesù, fisso con attenzione sul Re Mago che sta ai suoi piedi. Ma anche questo non è casuale, poiché si tratta di Cosimo de' Medici il Vecchio, ancora più valorizzato in questo modo.

È chiaro che qui Botticelli ha voluto valorizzare la famiglia Medici, ma anche “posizionare” due mondi: un mondo celeste, soprannaturale, fuori dal tempo e dagli uomini, immerso nella luce dorata della stella che attraversa il tetto del presepe e illumina Cristo, la Vergine e Giuseppe, e dall'altra parte, il mondo contemporaneo, umano, reale, dei signori di Firenze.

Eleganza e Fascino Fiorentino

Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
Si percepisce anche una chiara volontà di Botticelli di mostrare tutta l'eleganza e il fascino fiorentino della corte dei Medici.

La nobiltà non si legge solo nei loro sguardi, ma anche nei loro atteggiamenti: si vede che sono diversi dagli altri personaggi situati “sopra”.

La ricchezza e la bellezza dei costumi completano questa impressione.

La rappresentazione dei Re Magi nell'arte bizantina e nel Medioevo

Botticelli integra nella sua Adorazione i codici delle icone della Natività dell'arte bizantina per quanto riguarda i Re Magi. In queste rappresentazioni, fin dal VI secolo, i re sono differenziati in base alla loro età.

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Adorazione dei Magi 1475
Il primo re è un anziano calvo inginocchiato davanti al Bambino; il secondo re, più giovane, ha la barba bruna e il terzo è glabro; questi ultimi si guardano e indicano Gesù, mentre all'estrema sinistra del quadro un giovane tiene le briglie dei loro tre cavalli.

A partire dal Medioevo, il primo re magio è spesso raffigurato a capo scoperto e in atteggiamento di adorazione, inginocchiato e prostrato. È lui, il più anziano, che guarda il bambino e gli bacia i piedi o le mani.

Gesù appena nato rappresenta quindi l'infanzia e i re magi le tre età della vita.

Tre Re Magi Medici... Defunti

Il primo dei Re Magi, inginocchiato davanti alla Vergine, con un grande mantello scuro bordato di ermellino e ricamato in oro, dal capo altero con il turbante posato a terra, non è altro che il padre della patria fiorentina: Cosimo il Vecchio, Cosme l'Ancien de Médicis, il “Pater Patriae”.

Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
Tiene delicatamente il piede di Cristo all'estremità della stola bianca che indossa, pronto ad abbracciarlo, mentre Gesù lo guarda benedicendolo con la mano destra con due dita alzate.

Il telo bianco su cui poggia il piede di Gesù è considerato la rappresentazione del suo futuro sudario.

Un vaso d'oro, offerta di Cosme l'Ancien, è ai piedi della Vergine.

Più in basso, in linea verticale con la Vergine, si trova Piero il Gottoso, Pietro de' Medici detto il Gottoso, figlio maggiore di Cosme l'Ancien e padre di Lorenzo il Magnifico e Giuliano de' Medici: inginocchiato di spalle e avvolto in un mantello porpora foderato di ermellino, con nella mano sinistra la sua offerta, un altro vaso d'oro.

Botticelli, Pierre de Médicis detto il Gutturifero e Giovanni de Médicis nell'Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Pierre e Giovanni de Médicis
Come suo padre, in segno di rispetto, il suo copricapo, ma anche la sua corona sono posati a terra.

Guarda il terzo re Mago, qui rappresentato con le sembianze del suo fratello minore Giovanni, anch'egli inginocchiato, vestito con un abito bianco ricamato d'oro e con in mano un'offerta rappresentata da un vaso d'oro.

Tre re Magi, già morti al momento della realizzazione del dipinto: Cosma il Vecchio nel 1464, Pietro il Gutturido nel 1469 e Giovanni nel 1463.

La dinastia dei Medici nell'Adorazione dei Magi

La dinastia dei Medici e la loro corte sono chiaramente al centro di questa «Adorazione dei Magi» di Botticelli.

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
Non solo i tre re magi non sono altri che Cosimo il Vecchio e i suoi due figli, ma anche Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano sono presenti in questo dipinto.

Su questo punto le opinioni degli esperti divergono, ma il quadro fu dipinto quando Lorenzo il Magnifico era ancora in vita e suo fratello Giuliano fu assassinato poco dopo nella congiura dei Pazzi.

Sarebbe infatti sorprendente che Botticelli, realizzando questa commissione il cui committente, Gaspard di Zanobi del Lama, aveva l'obiettivo di valorizzare i Medici, non avesse rappresentato i Medici viventi che erano al potere in quel periodo.

Oltre ai tre Re Magi, altri due personaggi emergono chiaramente dalla folla degli ammiratori. Il loro aspetto nobile, il loro atteggiamento e i loro abiti contrastano nettamente con gli altri.

Lorenzo il Magnifico

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Adorazione dei Magi 1475
Lorenzo il Magnifico sarebbe quindi il personaggio raffigurato all'estrema sinistra, vestito con un farsetto viola riccamente ricamato in oro, calzoni e stivali da cavaliere, in un atteggiamento di orgoglio simile a quello del cavaliere di Donatello, con il petto gonfio e la spada stretta tra le mani.

È inoltre l'unico nel quadro a impugnare una spada, simbolo di appartenenza alla nobiltà, ma anche di potere. La presenza di due cavalli accanto a lui ne rafforza ulteriormente l'importanza: è lui che tiene le redini dei cavalli dei Re Magi.

Considerando l'epoca del dipinto e la volontà di rappresentare e glorificare la dinastia dei Medici, non ci possono essere equivoci sul fatto che si tratti proprio di Lorenzo il Magnifico, il signore di Firenze.

Giuliano de' Medici

Coloro che negano che Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano siano raffigurati qui sostengono che i loro tratti non sono abbastanza conformi agli altri ritratti che conosciamo.

Ma questa argomentazione è solo parzialmente valida.

Innanzitutto, i due fratelli si assomigliano molto in questa adorazione, la somiglianza è evidente.

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Adorazione dei Magi 1475
Certo, Lorenzo è più bello che in altri ritratti che lo raffigurano, ma quando si è un giovane pittore che desidera attirare l'attenzione e ottenere commissioni dall'uomo potente di Firenze, non è forse giusto abbellirlo?

Botticelli non è l'unico ad aver "migliorato" un mecenate!

Di fronte a Lorenzo il Magnifico, nella parte destra del quadro e accanto a Giovanni de' Medici, si erge un altro personaggio, perfettamente isolato dagli altri: Giuliano de' Medici, fratello di Lorenzo, assassinato il 26 aprile 1478 dalla famiglia Pazzi.

E bisogna constatare che i suoi tratti sono molto simili a quelli del ritratto dello stesso Giuliano de' Medici, realizzato nel 1478 da Botticelli: stesso portamento della testa e stesso taglio di capelli, stesse labbra, naso, mento e mascella.

La sua posizione nel quadro, il suo aspetto nobile, il suo atteggiamento, i suoi abiti non lasciano dubbi sulla sua importanza.

Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
Molto è stato scritto sul suo sguardo triste, gli occhi bassi. Anche in questo caso c'è una spiegazione: Giuliano era innamorato di Simonetta Vespucci, la musa di Botticelli, i cui tratti si ritrovano in “La Primavera» o nella «Nascita di Venere».

Una donna di incomparabile bellezza, da cui il suo soprannome “San par”.

Nel momento in cui Botticelli dipinge questo quadro, Simonetta è appena morta di tubercolosi (il 26 aprile 1476), lasciando Giuliano inconsolabile; morirà assassinato due anni dopo, esattamente due anni dopo la morte della sua amata.

Botticelli, che lo conosceva, non poteva rappresentarlo se non triste in quel momento di lutto: è l'unico personaggio triste e come “assente” dell'intero quadro.

Una performance artistica

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Adorazione dei Magi 1475
Botticelli riesce qui nell'impresa di rappresentare insieme il soprannaturale e il reale, lasciando a ciascuno le proprie caratteristiche e i propri simboli, e unendoli senza soluzione di continuità.

A questa impresa si aggiunge quella di essere riuscito a integrare l'intera dinastia dei Medici, dal "Pater Patriae" Cosimo il Vecchio de' Medici fino al nipote Lorenzo il Magnifico.

L'artificio di rappresentare i membri defunti della dinastia nel ruolo dei Re Magi e quelli viventi tra gli ammiratori di Gesù è di grande intelligenza, un'intelligenza che traspare dall'intero quadro.

L'autoritratto di Botticelli

Botticelli, il suo autoritratto nell'Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Autoritratto
Come era consuetudine all'epoca, Botticelli si è raffigurato nell'Adorazione dei Magi.

Il personaggio dagli occhi grandi e chiari e dai capelli ricci che ci guarda sulla destra non è altro che l'artista stesso.

È uno dei personaggi meno riccamente vestiti del quadro, avvolto solo in un mantello color zafferano, ma con una forte presenza grazie al suo sguardo. Dà l'impressione di essere una persona intelligente, ma anche di carattere.

Una conferma ci viene data dal ritratto di Botticelli che Filippino Lippi ha inserito nel suo affresco della Crocifissione di San Pietro nella Cappella Brancacci nella Chiesa dei Carmini a Firenze, un ritratto realizzato alcuni anni dopo questo autoritratto.

È uno dei rari ritratti del pittore che conosciamo, il che conferisce ancora più valore a questo dipinto.

Botticelli, il suo autoritratto nell'Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Botticelli Autoritratto

Il messaggio iniziatico dell'Epifania all'élite intellettuale fiorentina

Non abbiamo molte certezze sugli altri personaggi qui raffigurati, sicuramente tutti realmente esistiti a Firenze all'epoca in cui Botticelli li dipinse, ma difficili da identificare per noi.

Si ritiene tuttavia che colui che si permette di prendere Lorenzo il Magnifico per le spalle, che quindi non può che essere un amico intimo, sia il poeta e umanista Agnolo Poliziano.

Infine, alla destra di Agnolo Poliziano, un uomo di alto rango con un cappello da viaggio mostra la scena dell'adorazione a Lorenzo il Magnifico.

Per molti si tratta dell'altro caro amico di Lorenzo il Magnifico, il filosofo e umanista Pico della Mirandola.

Qui Botticelli rispetta i precetti di Alberti, secondo cui in un dipinto è bene che un personaggio
«attiri l'attenzione dello spettatore su ciò che accade, che con la mano ne attiri lo sguardo.»
Leon Battista Alberti – Trattato della Pittura (II, 42) (1435)

Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475-1477, Galleria degli Uffizi, Firenze, Italia
Adorazione dei Magi
È qui che tutta l'élite intellettuale e politica di Firenze assiste all'avvento di questa epifania del Divino, un'epifania iniziatica di adorazione della saggezza divina che si rende visibile a coloro che esprimono il desiderio di vederla, di apprenderla.

Ricordiamo che in greco Epifania significa “manifestazione al mondo”, in questo caso quella di Cristo.

Allo stesso modo, nella «Legenda Aurea» (capitolo 14), la parola “magi” sta quindi per “image della saggezza” e non più per maghi che si convertirono.

Questo è il vero messaggio di Botticelli nella sua «Adorazione dei Magi», quello della rivelazione iniziatica a un'élite intellettuale che gli concederà il privilegio di potervi entrare a far parte dopo la realizzazione di questo dipinto.

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