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«L'Annunciazione del Cestello» di Botticelli alla Galleria degli Uffizi di Firenze

Annunciazione di Cestello
Botticelli (1445-1510) «Annunciazione di Cestello»
Pittura - Tempera su tavola (150 x 156 cm) 1489-1490Commovente e potente nella sua grande semplicità, questa «Annunciazione del Cestello» contrasta con i precedenti dipinti di Botticelli come «La Primavera» o la «Nascita di Venere».
Qui non ci sono ricchezze superflue, né raffinatezze ostentate: Botticelli ha scelto di celebrare il momento preciso dell'Annunciazione, quello in cui l'emozione e la sorpresa di Maria sono assolute, in un luogo spoglio, neutro, per valorizzare al meglio il “momento” dell'incontro tra la Vergine e il messaggero di Dio.
Lei è in piedi, intenta a leggere Isaia (7,14) nella Bibbia aperta sul leggio, Isaia che profetizza che una ragazza darà alla luce un figlio.
È proprio in quel momento che l'angelo Gabriele piomba come una freccia nella sua stanza.

Annunciazione di Cestello Le ali di Gabriele fremono ancora, le vesti del suo abito sono ancora gonfie d'aria, il ramo di giglio che tiene in mano è ancora piegato dalla velocità del suo volo.
Non ha nemmeno finito di inginocchiarsi davanti a lei: il tempo è “sospeso”, è il momento sacro dell'Annunciazione.
Questa apparizione soprannaturale e fulminea sorprende Maria nella tranquillità della sua lettura, da cui il suo naturale movimento di ritrosia.
Riceve le parole dell'angelo Gabriele che le tende una mano con due dita alzate, simbolo di Dio di cui è il messaggero, parole che vogliono essere rassicuranti, ma che per Maria sono inquietanti, sconvolgenti e persino incomprensibili:
«Ave Maria, piena di grazia! Il Signore è con te. Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio, e lo chiamerai Gesù. E il Signore gli darà il trono di Davide.»

Annunciazione di Cestello Maria si interroga.
Cosa significa essere piena di grazia? Cosa significa che il Signore è con me? Perché sono stata scelta per dare alla luce il Figlio di Dio? Come posso dare alla luce un figlio io che non ho mai conosciuto un uomo? Cosa devo fare? Cosa si aspetta da me il Signore?
Si percepisce in lei un tremito, si vede il suo turbamento, le sue mani sono tese verso quelle dell'Angelo, ma allo stesso tempo sembrano pronte a difendersi, pronte a respingerlo.
Maria, la più dolce delle creature di Dio, è visibilmente inquieta, turbata, ma non spaventata.

Annunciazione di Cestello Il suo movimento di ritrosia è contenuto in questo preciso istante scelto da Botticelli, lei “sente?”, “capisce” e si riprende immediatamente voltandosi verso l'angelo mentre si inchina, con le gambe leggermente piegate e il busto ruotato verso Gabriele che è ai suoi piedi.
E la curvatura del suo corpo è in perfetta armonia con quella del giglio bianco che Gabriele tiene in mano: entrambi seguono parallelamente la stessa curva.
Qui lei è in pieno movimento, così come l'angelo Gabriele non è ancora completamente inginocchiato: Botticelli ha realizzato un vero e proprio “fermo immagine” su questo momento solenne.
E Gabriele risponde alle sue domande (iscrizione dipinta a sinistra nella parte inferiore della cornice):

Annunciazione di Cestello
«SPIRITUS SANCTUS SUPERVENIET INTE ET VIRTUS ALTISSIMI OBUMBRABIT TIBI»
»Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra.»
Mentre il corpo e le mani della ragazza esprimono ancora il suo turbamento, ma anche l'inizio del suo sollievo, la sua testa si china umilmente verso l'angelo Gabriele; e il volto serio, degno e sereno di Maria esprime la sua totale umiltà, la sua dedizione senza riserve.
Lei è l'Eletta, e in questo momento cruciale, è da lei, dal suo atteggiamento, dalla sua volontà, dal suo desiderio, dal suo «Amen» alla richiesta dell'Angelo, alla richiesta di Dio, che dipende l'arrivo di Gesù sulla terra per redimere i peccati di tutta l'umanità.

La Vergine Maria Poiché non può essere una semplice eletta ridotta a diventare il ricettacolo, il grembo che accoglierà Cristo e lo aiuterà a diventare carne, deve essere più di questo affinché lo Spirito possa diventare carne attraverso di lei.
Gabriele non le dà un ordine, è Maria che, di sua spontanea volontà, diventa la «doùle», la serva del Signore, che fa voto di obbedienza alla parola divina e accetta di bere il suo calice come farà suo Figlio.
Maria è la chiave: la sua obbedienza non è sottomissione, lei possiede il potere attraverso la sua volontà di servire Dio, perché è lei che sceglie di concepire colui che l'ha scelta.
L'iscrizione in basso a destra nella cornice assume quindi tutta la sua importanza:

Annunciazione del Cestello
«ECCE ANCILLA DOMINI, FIAT MIHI SECUNDUM VERBUM TUUM»
«Sono la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola.»
Tutto questo è rappresentato in modo potente in questa magnifica Annunciazione di Botticelli.

L'angelo Gabriele Assistiamo realmente al loro incontro, allo scambio di parole dalle loro labbra socchiuse, alla decisione cruciale di Maria.
Botticelli è riuscito a tradurre qui i versi di Dante nella sua «Divina Commedia»:
«L'angelo […] era lì davanti a noi
e sembrava vivo anche se era scolpito.
Si sarebbe giurato che dicesse Ave,
vicino a lui c'era colei che girò la chiave
per aprire al supremo amore,
dicendo umilmente con voce commossa:
“Ecce ancilla Dei” (ecco la serva di Dio).»
Dante – Divina Commedia, Purgatorio, Canto X, V37-45

Annunciazione del Cestello" Al di là della bellezza del dipinto, della commovente semplicità che Botticelli ha saputo tradurre in modo così superbo, è presente anche il contesto simbolico delle Annunciazioni.
Tuttavia Botticelli, come Leonardo da Vinci, si libera qui da alcuni vincoli architettonici imposti fino ad allora nelle Annunciazioni.
La colonna centrale, elemento architettonico spesso molto elaborato, che separa sempre Gabriele da Maria, qui è scomparsa.
È il montante della portafinestra che diventa questa colonna, proprio nel punto in cui le loro mani quasi si toccano.
Il paesaggio sullo sfondo, che rappresenta il Paradiso terrestre, è presente insieme al giardino chiuso, l'hortus conclusus.
Il riferimento all'arrivo di Cristo è simboleggiato dalla giovane e altissima quercia, l'albero della vita che si staglia in alto nel cielo.

Annunciazione di Cestello Si noti inoltre che il paesaggio, il giardino recintato e l'albero della vita sono posizionati proprio sopra l'angelo Gabriele: Botticelli delimita così la sfera celeste che si ferma sul montante destro della portafinestra e occupa tutta la metà sinistra del quadro.
La Vergine ne sarebbe esclusa?
No, ed è qui che si esprime il genio e l'intelligenza di Botticelli.
Il modo in cui le braccia dell'Angelo e di Maria sono allineate, con i palmi delle mani uno di fronte all'altro, ricorda l'affresco della creazione di Adamo di Michelangelo nella Cappella Sistina, dove il dito di Dio è vicino a quello di Adamo, con le braccia che si prolungano l'una nell'altra.

Annunciazione del Cestello Il dito di Dio è interpretato come simbolo della vita e dell'anima infuse nel primo uomo.
E se Michelangelo, che dipinse la Cappella Sistina quasi vent'anni dopo, avesse ripreso questa idea di Botticelli?
Come aveva ripreso da Masaccio e Masolino gli elementi del Paradiso terrestre e della caduta (Cappella Brancacci nella chiesa dei Carmini a Firenze), sempre per la Cappella Sistina.
Il movimento delle mani di Gabriele e Maria che si incontrano evoca così bene il legame tra loro, tra i due mondi celeste e terrestre, tra Dio e colei che, fino al Concilio di Trento, era raffigurata come figlia del Padre, madre del Figlio e sposa dello Spirito.

Annunciazione di Cestello Questa Annunciazione fu dipinta tra il 1489 e il 1490 per una nuova cappella dei monaci di Cestello.
Il suo committente, Benedetto di Ser Giovanni Guardi, finanziò sia la costruzione della cappella, per 50 ducati, sia la pala d'altare dell'Annunciazione, per la quale Botticelli ricevette 30 ducati.
La commissione sarebbe stata affidata a Botticelli intorno al 14 maggio 1489 e la cappella fu consacrata il 26 giugno 1490, il che permette di datare la realizzazione di questa Annunciazione.
Grazie, signor Guardi!
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