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«Annunciazione di San Martino alla Scala» di Botticelli alla Galleria degli Uffizi di Firenze

Botticelli Annunciazione S. Martino
Botticelli (1445-1510) «Annunciazione San Martino Scala»
Pittura - Affresco (243 x 555 cm) 1481Calma, serenità, dignità, raccoglimento: questo grandissimo affresco detto dell' Annunciazione di San Martino alla Scala di Botticelli, è pieno di poesia e dolcezza, ma allo stesso tempo particolarmente potente e imponente per la sua semplicità e la purezza che emana.
Le masse della composizione di questa Annunciazione, con da un lato l'angelo Gabriele che atterra sulla sinistra e dall'altro la Vergine nella sua camera all'estrema destra, sono perfettamente controbilanciate.

Annunciazione S.Martino Questo trattamento visivo permette di collegare in modo potente l'Angelo alla Vergine, nonostante siano così distanti l'uno dall'altra.
Ma questa distanza non impedisce loro di dialogare, anzi, al contrario, qui sono fortemente legati l'uno all'altra.
I raggi celesti che accompagnano Gabriele alla sua sinistra si trasformano in raggi di parole divine, il più lungo dei quali arriva direttamente sul volto di Maria.
Parole che si vedono, che si sentono risuonare sotto la volta della camera della Vergine.
Lei è lì, umile, sottomessa, con il capo inclinato, una mano sul petto e l'altra socchiusa.

Botticelli Annunciazione S.Martino Riceve questo messaggio divino, accetta di essere colei che darà alla luce il figlio di Dio, come nella profezia di Isaia (7,14) che stava leggendo nella Bibbia aperta sul leggio, Isaia che profetizza che una ragazza darà alla luce un figlio.
Tutta la sua umiltà, la sua accettazione, è amplificata dalle pieghe calme e ordinate dei suoi abiti che la mostrano chinarsi in avanti davanti al messaggero di Dio.
L' angelo Gabriele è anch'egli in una posizione di umiltà, domina, certo, è il messaggero divino, ma il suo atteggiamento, le mani incrociate sul petto, le gambe leggermente piegate, i piedi uniti, il viso calmo e sereno, la dolcezza che emana da lui aggiungono alla sensazione di raccoglimento, all'importanza del momento dell'evento che trascende entrambi.

Annunciazione S.Martino In quel momento, Gabriele è appena arrivato, le parole divine si diffondono nell'aria mentre è ancora sospeso nel suo volo, i suoi piedi non toccano ancora terra, le sue vesti sono ancora gonfie d'aria, le sue ali ancora vibranti, il ramo di giglio piegato dal suo volo.
Eppure sembra così calmo, così leggero, il tempo del mondo terreno si è fermato, siamo entrati nel divino, nel mistero della fede.
La profondità del sentimento che emerge da questa Annunciazione la rende una delle opere più belle di Botticelli, una delle più potenti.
Dal punto di vista pittorico, le pieghe delle vesti dell'angelo Gabriele ricordano quelle del vento Zefiro nel dipinto della «Nascita di Venere».

Botticelli Annunciazione S.Martino Da un punto di vista storico, questo affresco, oggi staccato dalla parete dove si trovava in origine, fu realizzato da Botticelli tra aprile e maggio 1481 per decorare la parete della tomba di Cione Pollini.
Cione di Lapo de' Pollini, sotto il controllo dell'ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, fece costruire un ospedale a Firenze nel 1313.
L'ospedale prese il nome di Santa Maria della Scala, lo stesso di quello di Siena.

Annunciazione S.Martino Nel 1479 vi furono curati numerosi malati vittime dell'epidemia di peste che quell'anno colpì duramente i fiorentini.
La casa e il laboratorio di Botticelli erano molto vicini a questo ospedale, situato all'angolo tra via della Scala e via degli Oricellari, e fu quindi naturale affidargli il compito di dipingere questa Annunciazione.
Nel 1529 il monastero di San Martino fu demolito perché si trovava in un punto in cui doveva passare la cinta muraria che Firenze, allora sotto assedio, stava costruendo per proteggersi.
Le suore del monastero di San Martino furono quindi autorizzate a rifugiarsi nell'ospedale Santa Maria della Scala.

Annunciazione S.Martino Nel 1531, gli edifici furono donati loro per farne il loro nuovo monastero, a condizione che lasciassero intatti tutti i dipinti e le iscrizioni che vi si trovavano.
Questa condizione costituì un ostacolo importante alla costruzione della chiesa che desideravano erigere in quel luogo.
Solo nel 1623 fu trovato un compromesso che permise la creazione della chiesa di San Martino. Infatti, davanti alla chiesa fu costruito un atrio-loggia che nascondeva in parte l'affresco di Botticelli.
Esposto alle intemperie e all'umidità, l'Annunciazione rischiava di essere distrutta, quindi nel 1920 l'affresco fu staccato dalla parete.
Fu restaurato nel 1952 e successivamente esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze, dove è possibile ammirarlo ancora oggi.
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