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Palazzo Vecchio a Firenze, gli affreschi di Giorgio Vasari nella sala di Papa Leone X, Giovanni de' Medici

Sala Giovanni de' Medici, Papa Leone X Giovanni de' Medici (1475-1521) era il figlio di Lorenzo il Magnifico e di Clarice Orsoni.
Fu eletto papa all'età di trentasette anni l'11 marzo 1513, con il nome di Leone X, e rimase in carica fino alla sua morte, avvenuta il 15 dicembre 1521.
In seguito all'elezione di Leone X e al ritorno al potere dei Medici, Niccolò Machiavelli, ancora imprigionato, beneficiò di una grazia e approfittò della ritrovata libertà per scrivere il suo famoso libro «Il Principe» nell'estate stessa della sua liberazione, un libro scritto in parte alla gloria del padre di Leone X, Lorenzo il Magnifico.
Leone X usò la sua posizione di papa per sostenere le belle arti e la cultura in generale, seguendo così le orme di suo padre Lorenzo il Magnifico e diventando uno dei più grandi mecenati che Roma avesse mai conosciuto.

Sala Giovanni de' Medici, Papa Leone X Determinato a fare di Roma la capitale artistica d'Italia, utilizzò senza limiti le finanze del Vaticano, ma anche le sue finanze personali, per sostenere le arti.
Aprì la biblioteca del Vaticano a tutti gli studiosi e gli artisti, una biblioteca che arricchì con numerose nuove opere e manoscritti.
Contribuì anche allo sviluppo dell'Accademia di Roma e alla rinascita dell'università romana, aumentando i locali e il numero dei professori.
Erasmo stesso lodò Leone X per il suo impegno nello sviluppo delle arti e delle lettere e per la sua umanità e gentilezza.
Erasmo dichiarò così, paragonando Leone X al suo predecessore Giulio II: «un'età del ferro si trasformò improvvisamente in un'età dell'oro».

Sala Giovanni de' Medici, Papa Leone X Il veneziano Pietro Sarpi, pur essendo molto critico nei confronti del papato, disse di Leone X:
«Leone, nobile per nascita e cultura, apportò numerose doti al papato, in particolare una notevole conoscenza della letteratura classica, dell'umanità, della bontà, della più grande liberalità e un'intenzione dichiarata di sostenere gli artisti e gli studiosi che, per molti anni, non avevano goduto di alcun favore presso la Santa Sede.»
Pietro Sarpi
Il pontificato di Leone X segna l'inizio di quello che fu chiamato il periodo del Rinascimento maturo.
Ma l'amore di Leone X per le arti e la cultura si estese anche alle feste e alle spese sontuose che caratterizzarono il suo pontificato.
E per far fronte a ciò, moltiplicò la vendita delle indulgenze.
Questi eccessi spinsero Lutero a dare vita alla Riforma in reazione al pontificato di Leone X.

Sala Giovanni de' Medici, Papa Leone X Fu proprio Leone X a scomunicare Lutero e sappiamo tutti come andò a finire.
La Sala Leone X fu quindi l'occasione per Giorgio Vasari di glorificare l'operato di questo papa Medici.
Una glorificazione dei Medici come espressione della volontà divina.
Oltre al soffitto interamente decorato con dipinti, le pareti presentano le diverse tappe della vita di Leone X e le opere dei Medici.
Si vede l'architetto Bramante mentre presenta a papa Leone X il progetto della futura basilica di San Pietro, Leone X mentre nomina i cardinali o ancora la visita del papa a Firenze.
Giorgio Vasari «Elezione di un nuovo collegio cardinalizio da parte di papa Leone X»

Collegio cardinalizio di papa Leone X Dopo la sua elezione al trono di San Pietro, Leone X, per ringraziare gli amici e i cardinali che lo avevano sostenuto nella sua ascesa al papato, concesse loro e alle loro famiglie numerosi privilegi con grande generosità.
Un comportamento che dispiacque a gran parte dei cardinali in carica, i quali tentarono quindi di assassinarlo tramite il medico del papa, incaricato di avvelenarlo.
Il complotto fu sventato e i responsabili puniti.
A seguito di questo tentativo di assassinio e consapevole dell'atteggiamento minaccioso di molti cardinali nei suoi confronti, Leone X decise quindi di creare un nuovo collegio cardinalizio.
E per essere sicuro di poter controllare questo nuovo collegio, Leone X nominò in una sola volta 31 nuovi cardinali.

Collegio cardinalizio di papa Leone X Questo evento raffigurato qui da Vasari ebbe luogo il 26 giugno 1517.
Leone X è raffigurato al centro dell'affresco.
Tra i tre cardinali che si vedono in primo piano e sulla sinistra dell'affresco, il personaggio centrale con la mano rivolta verso l'alto è Giulio de' Medici.
Giulio de' Medici era il figlio postumo e illegittimo di Giuliano de' Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico, che perse la vita, assassinato nella cattedrale Santa Maria del Fiore durante la congiura dei Pazzi.
A causa della sua morte violenta e prematura, Giuliano de' Medici non ebbe il tempo di sposare la sua amante, Fioretta Gorini, che diede alla luce Giulio de' Medici dopo la morte del padre.

Michelangelo e Leonardo da Vinci Giulio de' Medici sarà poi ufficialmente legittimato sia da suo zio Lorenzo il Magnifico, sia da suo cugino Leone X.
Giulio de' Medici diventerà egli stesso papa, con il nome di Clemente VII, dal 1523 al 1534.
Infine, nell'angolo superiore sinistro dell'affresco, Vasari ha raffigurato quattro grandi personalità dell'epoca.
Si riconoscono, da sinistra a destra:
Michelangelo, Lorenzo II de' Medici, duca di Urbino, Giuliano de' Medici, duca di Nemours e fratello di Leone X e Leonardo da Vinci, di profilo con la sua lunga barba bianca.
Giorgio Vasari «La Visita a Firenze di Papa Leone X»

Visita a Firenze di Papa Leone X Nel 1515, durante il suo viaggio da Roma a Bologna, dove doveva incontrare il re di Francia, il papa Leone X fece tappa a Firenze, dove entrò dalla porta di San Piero Gattolini e attraversò tutta la città fino alla chiesa di Santa Maria Novella.
Questo affresco mostra il suo ingresso solenne in città tra due file di fiorentini venuti ad accoglierlo.
Qui è raffigurato circondato dal corteo dei cardinali nella Piazza della Signoria così com'era all'epoca.
Si possono infatti vedere le rive dell'Arno tra Palazzo Vecchio e la Loggia, poiché la Galleria degli Uffizi non era ancora stata costruita.

Visite de Léon X Davanti al Palazzo Vecchio si distinguono la statua del Davide di Michelangelo, l'Ercole di Bandinelli e la Giuditta e Oloferne di Donatello, parzialmente nascosta dal baldacchino papale.
Tra Palazzo Vecchio e la Loggia della Signoria si possono vedere le salve di benvenuto e di gioia sparate dai cannoni degli artiglieri.
In primo piano Vasari ha raffigurato due giganti.
Il gigante d'argento rappresenta gli Appennini, le cui cime innevate sono sempre bianche, gigante che è anche il padre del fiume Tevere.
Il gigante degli Appennini tiene tra le braccia suo figlio, il fiume Arno, rappresentato da un gigante d'oro appoggiato su un leone.
Questo leone di Marte è il simbolo dei soldati di Silla e Cesare che fondarono la città di Firenze.

Visita a Firenze di Papa Leone X Nei cieli, sopra il palazzo situato a destra della Loggia della Signoria, Vasari ha raffigurato Sant'Andrea felice per la visita del papa nella sua città natale.
All'estrema sinistra dell'affresco, sotto la croce d'oro, Vasari ha raffigurato il poeta Aretino, riconoscibile dalla lunga barba.
Lorenzo II de' Medici, duca di Urbino e padre di Caterina de' Medici, è raffigurato alla stessa altezza dell'Aretino, riconoscibile dal cappello nero triangolare e dal mantello bordeaux con collo di pelliccia.
Il condottiero Giovanni de' Medici, detto Giovanni delle Bande Nere, è il personaggio situato due teste a destra del duca di Urbino, è su un cavallo grigio e indossa un berretto rosso.
Giovanni de' Medici è il padre del granduca di Toscana, Cosimo I de' Medici.
Giorgio Vasari «Conquista della fortezza di San Leo da parte delle truppe papali»

Conquista della fortezza di San Leo La Conquista della fortezza di San Leo è l'evento saliente della campagna delle truppe papali comandate da Lorenzo II de' Medici, duca di Urbino e padre di Caterina de' Medici.
La fortezza di San Leo era infatti uno dei punti più fortificati del ducato di Urbino.
L'affresco raffigura l'attacco finale alla rocca di San Leo il 17 settembre 1517.
In primo piano a sinistra, la figura allegorica di una donna che regge una cornucopia rappresenta la Romagna.
L'altra figura allegorica situata a destra della Romagna è quella degli Appennini con un putto e un grande vaso che simboleggia il fiume Tevere, che nasce dagli Appennini e attraversa Roma.
Sale Vasari Cosimo il Vecchio | Il Magnifico | Penelope Ester Sabine | Leone X
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