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Michelangelo «Il Genio della Vittoria» o «Il Vincitore» Palazzo Vecchio a Firenze, Italia
Michelangelo «Il Genio della Vittoria» o «Il Vincitore»
Scultura - Marmo (altezza 261 cm) 1530-1534
Genio della Vittoria Questa grande scultura di Michelangelo, che non manca di richiamare il suo «David» dell'Accademia, si trova nella Sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, proprio di fronte alla “Virtù trionfante sul vizio” di Giambologna (Jean de Boulogne).
Si ritrovano infatti qui il braccio piegato all'indietro e la mano sulla spalla, i capelli e il viso del «David» dell'Accademia di Firenze.
Tuttavia, le proporzioni della testa del vincitore sono inferiori a quelle che dovrebbero essere rispetto al busto di questo giovane atletico, mentre le proporzioni della testa del «David» erano più importanti rispetto al resto del corpo.
In origine, il «Genio della Vittoria» era stato scolpito per far parte della tomba di papa Giulio II, un progetto grandioso che non fu mai realizzato per due motivi.
In primo luogo perché sarebbe stato necessario ampliare la basilica di San Pietro a Roma per ospitare una tomba di tali dimensioni, lavori che non furono mai eseguiti.

Genio della Vittoria In secondo luogo perché gli eredi di Giulio II non avevano dato seguito al progetto, dati i costi necessari alla sua realizzazione.
Il progetto fu quindi abbandonato, tanto che le statue già realizzate o in fase di realizzazione rimasero così com'erano nell'atelier fiorentino di Michelangelo, tra cui questa e le quattro sculture dei « Prigionieri schiavi» che potete ammirare alla Galleria dell'Accademia di Firenze.
Il nipote di Michelangelo, Leonardo, aveva inizialmente pensato di collocare questa statua sulla sommità della tomba dello scultore nella chiesa di Santa Croce a Firenze.
Giorgio Vasari, venuto a conoscenza di questo progetto, fece notare a Leonardo che l'uso di questa statua di vincitore per la tomba di Michelangelo poteva sembrare inappropriato, dato che quest'ultimo non era mai stato soldato né vincitore di alcuna battaglia e che era meglio utilizzare la statua della Pietà per la tomba.

Genio della Vittoria Convinto dalle argomentazioni di Vasari, il nipote di Michelangelo offrì quindi questo «Genio della Vittoria» al Duca Cosimo I de' Medici affinché fosse collocato nella Sala dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, cosa che avvenne nel dicembre 1565.
Secondo i progetti della tomba di papa Giulio II, questa scultura doveva trovarsi all'interno di una nicchia, il che spiega perché i suoi lati siano appena abbozzati. Questo “Genio della Vittoria” porta foglie di quercia sovradimensionate tra i capelli.
Esse simboleggiano il cognome del papa Giulio II, “della Rovere”.
Per quanto riguarda la scelta di Michelangelo per rappresentare il suo vincitore, è interessante notare la differenza di età tra il vincitore e il vinto.
La giovinezza trionfa mentre la vecchiaia è prigioniera, raccolta ai suoi piedi e piegata in due, con la schiena schiacciata sotto il ginocchio del giovane.

Genio della Vittoria Questa rappresentazione della «Vittoria» di Michelangelo è ambientata in un momento successivo alla battaglia, ormai conclusa: si tratta del momento di trionfo del vincitore che sottomette il vinto.
L'uomo è raffigurato in armatura e vestito con un mantello di lana, il chlamys greco, con le braccia legate dietro la schiena.
Il vinto è piegato in due, non ha alcuna possibilità di fuga.
Il vincitore lo schiaccia con il suo peso aiutandosi con il ginocchio e la gamba piegata, la sua presa è ormai un ricordo e lo sguardo del giovane atleta è già rivolto verso l'orizzonte, pronto a sfidare futuri nemici.
Questa sensazione è accentuata dall'atteggiamento dinamico del giovane, con il busto in torsione, la spalla in avanti e le braccia pronte a riprendere il combattimento.

Genio della Vittoria Questa espressione di potenza è rafforzata dalla nudità muscolosa del guerriero rispetto al vinto, vestito con un'armatura inutile che non è riuscita a proteggerlo.
Questo contrasto nell'abbigliamento dei due uomini rafforza ulteriormente il dinamismo e la vitalità espressi dall'atteggiamento corporeo del vincitore.
Da notare anche l'espressione dei volti: la sofferenza e la profondità dello sguardo del vinto lo rendono più saggio e più umano del suo giovane vincitore, il cui volto trasuda solo determinazione. Il fatto che questa statua del «Genio della Vittoria» fosse destinata alla tomba di papa Giulio II spiega questa scelta di Michelangelo che, pur associando l'età avanzata a una forma di sconfitta alla fine della nostra vita, le attribuisce più saggezza e valore intellettuale rispetto a una gioventù priva di prudenza.
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